5 ottobre 2013

Bentornati e arrivederci a presto!


Un’altra sorpresa per Yandiris e Sulequi, due bambine che seguiamo nella comunità di Guatier, in Repubblica Dominicana e che due anni fa avevano conosciuto il loro padrino Felipe Polanco, un signore dominicano residente in Italia che, insieme alla sua famiglia, le sostiene a distanza. Da lui avevamo ricevuto la testimonianza della visita pubblicata nel marzo 2011.
Questa volta si è spostata l’intera famiglia: Felipe, la moglie Valentina e Leon, il loro figlio di sette anni, per rinnovare e allargare la conoscenza delle due bambine. A parlarci della seconda visita e delle impressioni ricevute è la signora Valentina.

Abbiamo approfittato di un periodo di vacanza nella Repubblica Dominicana per visitare le
bambine che insieme ai miei genitori abbiamo “adottato” da qualche anno. Mio marito aveva già avuto modo di recarsi nella municipalità di Gautier e conoscerle personalmente un paio di anni fa; per me é stata la prima volta e ho colto l’occasione per mostrare a mio figlio una realtà ben diversa da quella in cui lui si sta formando.
Personalmente mi aspettavo l’ambito rurale che ho trovato (avendo avuto la fortuna di vivere per qualche anno nel Paese) - decisamente in contrapposizione con l’idea che i più hanno della Repubblica Dominicana - ma devo ammettere che mio figlio è rimasto abbastanza colpito dalle condizioni di vita estremamente disagevoli e della povertà palese. Abbiamo visto la scuola elementare (poco più di un gazebo – una struttura in legno all’aria aperta, senza porte e finestre), le case dove le bambine vivono (chi con la nonna, chi con i genitori) e i dintorni di questo “batey” sorto in mezzo ai campi di canna da zucchero. 


A chi non conosce il Paese al di fuori dei resort a 5 stelle può sembrare impressionante, e sinceramente fa male pensare a quanti bambini vivano ai limiti del disagio, con solo un tetto sopra la testa, spesso di lamiera, e poco altro rispetto al superfluo che molte volte viene dato ai nostri figli; ma sono contenta che il nostro piccolo contributo riesca a dare un minimo di serenità a questi bambini ed aiutarli con la frequenza scolastica, la distribuzione di vestiario e il supporto sanitario, quando necessario.

Cordialmente

Valentina Clerici